22 Novembre 2024
22:02

 Stagionali del turismo, diritti e dignità, si riducano  le distanze tra imprenditori e lavoratori.

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Anche al convegno di Sorrento, come in passato, gli imprenditori continuano ad essere “uccel di bosco”. Si continua ad assistere alla totale indifferenza verso il mondo dei lavoratori le cui condizioni peggiorano sempre più. Naspi dopo la Catalfo (M5S) una battaglia persa definitivamente. Gli immigrati se non integrati e formati non possono essere la soluzione.


Sorrento – Al convegno di domenica  scorsa (17 marzo) , presso la Sala consiliare del Comune, dove si è discusso di tematiche importanti relative al lavoro stagionale del turismo e al futuro dell’intero comparto,  come al solito mancava un interlocutore fondamentale, ovvero una rappresentanza delle associazioni relative agli imprenditori del settore. Forse anche lo slogan “Professionalità, dignità, lavoro, sicurezza; nessuno resti indietro” aveva qualcosa di datato. Dopo anni di battaglie senza essere mai ascoltati sarebbe stato molto più opportuno impostare diversamente, ovvero: si riducano  le distanze tra imprenditori e lavoratori. Poiché, inutile girarci intorno tale è il nocciolo della questione. In questi anni non si è  mai riusciti a far sedere allo stesso tavolo, ad avere un confronto con e le associazioni degli imprenditori (Federalberghi, Asso ristoratori etc,) per discutere del cosi detto minimo sindacale: l’applicazione, anche in questo settore,  del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL).  Si continua dopo anni  ad assistere alla totale indifferenza vero il mondo dei lavoratori, che nel frattempo si va assottigliando sempre di più nella indifferenza generale. Per colpa anche della inefficienza di certe manifestazioni che alla fine non hanno portato mai a niente. Anche perché battaglie come la Naspi e meglio il ripristino dell’Aspi parrebbero ormai perse in modo definitivo, in particolar modo con l’attuale governo. Non si sono ottenuti risultati in tal senso quando a governare erano forze politiche (M5S) e Ministri del lavoro come Nunzia Catalfo e parlamentari come Teresa Manzo, tanto vicini alle rimostranze dei lavoratori stagionali. Quindi chi, oggigiorno, propone tavoli di concertazione su tali tematiche probabilmente si appresta ad incanalarsi in un percorso totalmente in salita.

Intanto le condizioni dei lavoratori, dalle posizioni conquistate dai nostri padri negli anni settanta/ottanta sono andate sempre più peggiorando, nella maggior parte dei casi si registrano condizioni molto discutibili  con i propri diritti calpestati: orari di lavoro massacranti, buste paga approssimative ( quando non si è vincolati addirittura allo storico patto tar imprenditore e lavoratore), Tfr ignorati, giornata festiva, scatti di anzianità, nessuna assistenza sindacale e così via. Inutile che si dica , come sostiene qualche imprenditore, che il governo deve intervenire quando è stranoto che la ricchezza proveniente dal turismo continua ad essere incanalata in una sola direzione, quella degli imprenditori. E’ chiaro che la soluzione deve essere ricercata e pretesa a livello locale. Da troppo tempo il CCNL (Contratto collettivo nazionale di Lavoro) continua ad essere una chimera. Negli ultimi decenni proteste e manifestazioni non hanno mai prodotto nulla, anzi si è andati verso un costante peggioramento se non una sottomissione forzata verso gli imprenditori. Questi ultimi forti  di un potere spesso ricattatorio, in quanto il turismo, per tante località  come Sorrento ,ormai da anni ricopre oltre il 90% dell’economia locale, non si sono mai smossi dalla loro posizioni, anzi le distanze sono sempre più aumentate e nel frattempo non si è riusciti mai ad avere un confronto produttivo facendo sedere allo stesso tavolo imprenditori e lavoratori. Nessun avvicinamento! Le posizioni sono e rimangono nette! Nonostante che tanti giovani continuano a rifiutare l’impiego nel turismo, proprio perché, avendo spesso, l’esempio dei loro genitori, è considerata ormai una professione vincolata ai voleri degli imprenditori. Per costoro  la tutela e la crescita della risorsa umana  (come avviene negli altri settori)non viene assolutamente presa in considerazione e in certi casi, si perdono elementi validissimi perché hanno chiesto un aumento di qualche centinaio di euro in busta paga, spesso a confronto di milioni di euro di incassi. A tale proposito bisogna sottolineare che sul territorio pochi sono gli esempi di imprenditori lungimiranti che hanno capito quanto sia indispensabile per le aziende del settore tutelare, far crescere e premiare giovani che poi andranno a ricoprire  ruoli importanti e di responsabilità. E non come spesso capita che gli stagisti vanno immediatamente a ricoprire il ruolo di coloro che dovrebbero invece affiancare  per imparare il mestiere. Con il risultato di fa perdere il posto di lavoro ad un padre di famiglia. Spesso è lo stage un serbatoio dove attingere per trovare personale. Non importa se totalmente inesperti e impreparati

Il Covid, se da una parte  ha confermato  quanto siano indispensabili le risorse umane , (particolare che gli imprenditori continuano ad ignorare) dall’altra ha aperto  nuovi orizzonti a tanti lavoratori, in particolar modo alle nuove generazioni che ormai non si interessano più del turismo e visto anche la crisi abitativa  si allontanano dal territorio e si realizzano altrove. Fenomeni che nel frattempo hanno innescato una forte carenza di personale che poi impropriamente, con una balla colossale, è stata addebitata al RdC senza, ancora una volta,  avere gli attributi di analizzare fino a fondo il problema guardando in faccia la realtà. Invece i nostri grandi imprenditori hanno continuato a rimanere ancora una volta imperterriti  sulle loro posizioni: Nessun confronto!

Anche perché la soluzione  alla carenza di personale è già a portata di mano: gli immigranti.

Altro sfruttamento! Non importa da dove e come vengono, quali siano le competenze , basta fare un numero e coprire un ruolo, il resto lo faranno i lavoratori locali superstiti a cui sono affiancati. Non è dato sapere delle loro condizioni di vita , come e dove vivono. Spesso si parla di case prese in affitto per alloggiarli, ma nessuno indaga sulle loro condizioni di vita e come poi vengono retribuiti. Anche durante questo inverno nessuna opera di integrazione, di avvio alla professione è stata varata dalle associazioni di imprenditori. Nel frattempo neanche si guarda al contesto circostante che da sempre ha fornito lavoratori  che sebbene sempre sfruttati ,  poi si sono fatti onore in determinati ruoli. Sebbene si vive un insolito momento felice dell’economia turistica e i milioni di tassa di soggiorno incassati lo stanno a dimostrare, nulla cambia! Come in passato si apre una ulteriore stagione di sacrifici e sfruttamento  di tanti lavoratori  che, come i loro padri, per decenni hanno tenuto alto  il nome del turismo sorrentino  e a fine carriera non può essere “un orologio” a bilanciare tale immenso contributo. – 19 marzo 2024 – salvatorecaccaviello

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