Secondo il Procuratore Capo di Napoli, determinati test andrebbero praticati anche a tutti coloro che occupano posizioni di governo, apicali nella pubblica amministrazione e per chi si occupa della cosa pubblica. Non solo, ai psicoattitudinali ,andrebbero affiancati anche il narco-test. Chi é sotto l’effetto di cocaina, può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti.
Via libera, quindi da parte del Consiglio dei Ministri al provvedimento che introduce i test psicoattitudinali per la Magistratura a partire dal 2026. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha spiegato le ragioni del provvedimento. “L’esame psicoattitudinale è previsto praticamente per tutte le funzioni più importanti del paese, medici, piloti, forze dell’ordine”. Secondo il ministro, il PM è capo della Polizia giudiziaria che è sottoposta a test psicoattitudinali. Se sottoponiamo a test chi ubbidisce è possibile non farlo con chi ha la direzione della polizia giudiziaria?” Un provvedimento che ha scatenato le proteste dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM). Sull’ argomento, a margine di una conferenza stampa indetta in Procura, è intervenuto il Procuratore Capo di Napoli , Nicola Gratteri. I test psicoattitudinali, ha sottolineato l’ex Procuratore di Catanzaro, andrebbero praticati a tutti coloro che occupano posizioni apicali nella pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo, e per chi si occupa della cosa pubblica. Inoltre, ha evidenziato Gratteri, a tali test andrebbero affiancati anche il narco-test “perché, chi é sotto l’effetto di cocaina, può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti”. Quello dei test antidroga ai politici ed in particolar modo agli amministratori locali, è stata una proposta avanzata varie volte in passato. Già in qualche comune , sindaco e consiglieri, si sono sottoposti al test del capello rendendo pubblici i risultati. Senz’altro iniziative di alto valore simbolico e significativo che oltre ad evidenziare la piena e costante capacità di amministrare rispettando le regole, potrebbero senz’altro contribuire a sensibilizzare la cittadinanza. In particolar modo le nuove generazioni dando un messaggio chiaro contro il consumo di droga. Un fenomeno che continua imperterrito a rappresentare una delle piaghe più gravi della società attuale. In tal senso, come anche evidenziato dal Procuratore di Napoli, la politica dovrebbe essere la prima a dare l‘esempio. Chiaramente chi ritiene di sottrarsi dovrà poi spiegarlo ai cittadini. – 28 marzo 2024 – salvatorecaccaviello