Arrestato nel 1998 e condannato all’ergastolo nel maxi processo “Spartacus”e per diversi omicidi, oltre a chiarire se in questi anni il 41 bis ha funzionato, potrebbe svelare la rete di relazioni della camorra con l’ala imprenditoriale e politica che ha permesso la sopravvivenza del gruppo criminale fra i più pericolosi in Europa, il clan dei casalesi.
Francesco Schiavone, noto come “Sandokan”,capo indiscusso del clan dei casalesi e custode di importanti segreti, dopo 26 anni di carcere ,duro ha deciso di collaborare con la giustizia. Secondo quanto è stato divulgato, dagli organi di stampa, la decisione sarebbe maturata nelle ultime settimane, durante le quali la Direzione Nazionale Antimafia (DNA) e la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli hanno svolto un lavoro con la massima discrezione. Schiavone è stato arrestato nel luglio del 1998 e da allora è recluso al regime del 41 bis.
“ La carriera” di Sandokan iniziò come autista del boss Umberto Ammaturo e con un arresto nel 1972 appena 18enne, per detenzione e porto di arma da fuoco, ma ben presto è stato uno dei protagonisti della guerra di camorra nel casertano, diventando prima un affiliato al gruppo di Antonio Bardellino e Mario Iovine, leader nella Nuova Famiglia in lotta con la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, e poi il capo della faida interna che fece leva su Iovine (cui era stato ucciso il fratello Domenico per ordine di Bardellino) per eliminare il capoclan in Brasile nel 1988, prendendo subito dopo il controllo dei Casalesi. Dopo di che la svolta negli affari del clan che scelse di puntare anche sul traffico dei rifiuti tossici che ha avvelenato parte delle terre casertane. Negli anni ’80, Schiavone era diventato il capo assoluto di una delle organizzazioni criminali campane più potenti economicamente e militarmente, con interessi ramificati in molte regioni, il clan dei Casalesi. La cui genesi iniziò agli inizi degli anni ’70, quando il giovane Antonio Bardellino, di San Cipriano di Aversa, venne affiliato a Cosa nostra dal gruppo all’epoca dominante in Sicilia facente capo a Stefano Bontade. Con lui anche il suo luogotenente Mario Iovine. Con Schiavone, inoltre, inizia l’infiltrazione del clan in diversi settori dell’economia legale e nella politica. Schiavone fu arrestato nel 1998 e condannato all’ergastolo nel maxi processo “Spartacus”e per diversi omicidi; prima di lui hanno deciso di pentirsi anche il figlio primogenito Nicola, nel 2018, quindi nel 2021 il secondo figlio Walter. Restano in carcere gli altri figli Emanuele Libero, che uscirà di cella ad agosto prossimo, e Carmine. La collaborazione di Francesco Schiavone potrebbe far luce su alcuni misteri irrisolti, come l’uccisione in Brasile nel 1988 del fondatore del clan Antonio Bardellino, o sugli intrecci tra camorra e politica. Quella dei casalesi a differenza della camorra, è stata una organizzazione piramidale di tipo mafioso che nel corso degli anni aveva costruito una serie di rapporti di forza anche in Calabria con la ‘Ndrangheta, come riferito da molte relazioni semestrali della Dia. Anche su tali intrecci il pentito Schiavone potrebbe rivelare importanti verità. Escluso Schiavone, ormai settantenne, restano per ora irriducibili nella loro volontà di non collaborare con lo Stato l’altro storico capo dei Casalesi Francesco Bidognetti, noto come “Cicciotto e Mezzanotte”, in carcere dal 1993, e Michele Zagaria, catturato il 7 dicembre 2011 dopo sedici anni di latitanza. Tra i capi dei casalesi che hanno deciso di collaborare con la giustizia compare invece anche Antonio Iovine, “o ninno”, arrestato nel 2010 dopo 15 anni di latitanza. come l’uccisione in Brasile nel 1988 del fondatore del clan Antonio Bardellino, o sugli intrecci tra camorra e politica. La decisione di Sandokan potrebbe anche essere un messaggio a qualcuno a non provare a riorganizzare il clan, un modo per mettere una pietra tombale sulle aspirazioni di altri possibili successori. Secondo i componenti della commissione Legalità dell’Ordine dei giornalisti della Campania, se la collaborazione sarà rispettosa della verità, alcuni pezzi di storia fin qui conosciuti cambieranno e saranno riscritti in base a quanto veramente accaduto. Schiavone potrebbe, innanzitutto, chiarire se in questi anni il 41 bis ha funzionato, ma soprattutto. Su molti fatti di sangue la verità giudiziaria ha già ottenuto molti risultati anche senza il suo aiuto. – 30 marzo 2024
Fonte:Ansa