Per l’ex Procuratore Nazionale Antimafia e Pubblico Ministero nel processo Spartacus, l’ex boss conosce tutta la rete imprenditoriale e di relazioni che ha consentito al clan dei Casalesi di rafforzarsi sul territorio. Una collaborazione fondamentale anche sul versante dei disastri ambientali, sullo sversamento dei rifiuti che hanno martoriato il territorio campano
L’avvio del percorso di collaborazione da parte di Francesco Schiavone, soprannominato “Sandokan”, è stato confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. Secondo quanto si apprende la decisione sarebbe maturata nelle ultime settimane, durante le quali la DNA (Direzione Nazionale Antimafia) e la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Napoli, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri, hanno svolto un lavoro con la massima discrezione. Schiavone era uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese, custode di importanti segreti, dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del carcere duro. Sull’evento è intervenuto Federico Cafiero de Raho, parlamentare del Movimento 5 stelle, vicepresidente della Commissione Giustizia ed ex Procuratore Nazionale Antimafia che da Pubblico Ministero, rappresentò l’accusa nel processo Spartacus contro lo spietato clan dei Casalesi, che costò l‘ergastolo proprio a Schiavone, accusato di sei omicidi. Secondo Federico Cafiero de Raho l’avvio della collaborazione con la giustizia del boss Francesco Schiavone rappresenta certamente un evento di grandissima importanza, perché Schiavone è stato il capo del clan dei casalesi, un irriducibile. “Ci sono tanti aspetti da approfondire, come la rete di relazioni che garantiva al clan di inserirsi negli appalti pubblici , soprattutto quelli che hanno riguardato la ricostruzione e che ha consentito al clan dei Casalesi di rafforzarsi sul territorio”– sottolinea De Raho -. Si tratta di anni tra il 1980 e fine anni Novanta, quando le mani del clan erano arrivate, per esempio, sulla realizzazione della terza corsia autostradale, sulle reti stradali veloci che collegano i vari comuni del napoletano, del casertano e del beneventano. Ma anche sull’Alta velocità e sulla realizzazione di tanti edifici pubblici. Inoltre” – a sottolineato de Raho – la collaborazione con la giustizia di Francesco Schiavone può essere davvero molto rilevante: conosce tutta la rete imprenditoriale e di relazioni che ha consentito al clan dei Casalesi di rafforzarsi sul territorio, soprattutto quelli che hanno riguardato la ricostruzione. Inoltre Schiavone potrebbe anche riferire della cassaforte del clan, che a tutt’oggi non è stata trovata”.
“La collaborazione di ‘Sandokan’, poi – continua de Raho – potrà essere fondamentale anche sul versante dei disastri ambientali, sullo sversamento dei rifiuti che hanno martoriato il territorio campano. Su tale questioni ci sono state già le rivelazioni di Carmine Schiavone, ma solo di alcuni rifiuti, come quelli che sarebbero stati sversati nei vari assi autostradali “- evidenzia il parlamentare pentastellato – “Si potranno così avere indicazioni più precise per effettuare ricognizioni specifiche e non solo a campione come avvenuto in passato. Le dichiarazioni che Schiavone potrà rendere, potranno anche dare indicazioni sulla ricchezza accumulata nel tempo dal clan e sulla la rete societaria all’estero”. – 30 marzo 2024