Taxi, giornata di sciopero in tutta Italia

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Si chiede che il governo  concluda il confronto con la categoria e che i decreti attuativi adeguati, fermi da ormai 5 anni nei ministeri Sviluppo Economico e Trasporti, che definiscono le regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico, vengano al più presto approvati. Minacciata ulteriore agitazione di 48 ore a ridosso elezioni europee

Giornata di forte agitazione quella appena conclusa che ha visto i taxi di tutta Italia fermarsi dalle 08,00 alle 22,00. I sindacati hanno confermato lo sciopero che è  culminata  con una manifestazione a Piazza San Silvestro, a Roma. Un’astensione dal lavoro che ha messo d’accordo praticamente tutti i sindacati e le sigle. L’ultima manifestazione di tale portata  risale al luglio 2022. Anche oggi l’intera categoria è scesa in piazza in difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù di algoritmi e multinazionali. I rappresentanti lunedì si avrà un incontro con un rappresentante del governo, se l’interlocuzione non sarà positiva, attesi i tempi tecnici, il settore sarà pronto  a scioperare di nuovo per 48 ore, a ridosso delle elezioni europee. Nel frattempo dalle associazioni consumatori, come Codacons, fanno notare che tale non è altro che uno sciopero inutile dato che i cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane. Per dell’Unione nazionale consumatori, si è trattato del “solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta”. Per Assoutenti è stato uno “sciopero assurdo e immotivato”. Da parte loro i tassisti sono decisi a far valere i loro diritti, chiedendo al governo regole certe per il settore: “La nostra non è e non deve sembrare una difesa corporativa, scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza” – sottolinea il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese – “Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza decreti attuativi adeguati e quindi senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%”. E ricorda che “a febbraio i ministri Urso e Salvini ci avevano convocato per definire i decreti attuativi adeguati con l’impegno a approvarli entro aprile. Ma alcuni incontri al Mise, dove è stato ricevuto il vice presidente di Uber Tony West, e alcune dichiarazioni ai question time ci hanno dato l’impressione che tutto sia fermo, mentre a causa delle multinazionali che operano nelle grandi città la deregolamentazione è sotto gli occhi di tutti”. Il coordinatore dell’Usb Riccardo Cacchione spiega che “l’atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme: le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamene a un confronto con la presidente del Consiglio Meloni. Si chiede pertanto che il governo  concluda il confronto con la categoria e che i decreti attuativi adeguati, fermi da ormai 5 anni nei ministeri Sviluppo Economico e Trasporti, che definiscono le regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico, vengano al più presto approvati. – 22 maggio 2024

Fonte, IlSole24ore

 

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