Sottoposto agli arresti domiciliari un imprenditore di Napoli,per reati contestati a seguito di indagini condotte dalla Polizia locale, del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.
Napoli – Invece di bonificare il sito, ha continuato ad interrare nell’ex cava Suarez nel parco metropolitano, in un contesto densamente popolato, dalle 200-250 mila tonnellate di scarti speciali tra i quali amianto, trasformando il luogo in una maxi discarica. E’ quanto viene contestato ad un imprenditore di Napoli, messo ai domiciliari, al termine delle indagini condotte dalla Polizia locale, dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli. I reati evidenziati, inquinamento e disastro ambientale. Nella stessa operazione sono stati sequestrati autocarri, macchine per il movimento terra e società per un milione di euro. Secondo gli investigatori, per avere un’idea dell’entità dello scempio perpetrato e del volume dei rifiuti illecitamente smaltiti, per come valutato dalla consulente, è pari a quello di un edificio con una base di 90 metri per 90 metri e un’altezza di 7-8 piani. Ad attestarlo, le analisi dell’Agenzia regionale protezione ambientale della Campania e la consulenza di una docente universitaria di geologia ambientale. Lo stato di contaminazione dei luoghi era già emerso nel 2013, ben undici anni fa, appurato anche dal ministero dell’Ambiente, con le verifiche e le analisi effettuate dall’Istituto Superiore per le ricerche ambientali (Ispra), circostanza che aveva spinto il dicastero a sollecitare gli enti locali per la messa in sicurezza. Proprio in relazione alla mancata bonifica dell’ex cava, all’imprenditore era stato notificato un sequestro da tre milioni di euro per non avere avviato nell’arco di ben cinque anni alcun intervento di ripristino, malgrado l’appalto assegnato. – 04 giugno 2024