Con la Sentenza del Consiglio di Stato si è messo fine ad una vicenda iniziata nel 2010 con gli esposti da parte del WWF e dei VAS. Ora la parola passa al Comune di Sorrento per la destinazione definitiva dell’area dove è stato scongirata la realizzazione di 252 box interrati. Le dichiarazioni del presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito.
Sorrento – Ottima notizia per il mondo ambientalista della penisola sorrentina, finalmente con la sentenza del Consiglio di Stato si conclude definitivamente , con l’acquisizione al patrimonio comunale del fondo di Vico III Rota a Sorrento, destinato nel 2010 ad essere trasformato in un enorme parcheggio interrato con 252 box. E’ quanto hanno comunicato gli avvocati del WWF, Anna Iaccarino e Giovanbattista Pane. Da definire soltanto le statuizioni di merito ulteriori e la condanna alle spese.Con tale sentenza è messa la parola FINE alla vicenda del parcheggio incriminato, iniziata con gli esposti del WWF e dei VAS nel dicembre 2010 che ha dato poi inizio ad una serie di ulteriori denunce contro la realizzazione dei box interrati, sradicando gli storici agrumeti in penisola sorrentina. Un filone, megli conoscito come “boxlandia” che da sempre ha visto in prima linea il combativo presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito. Per il quale le battaglie in tribunale continuano visto che , proprio in merito a tale vicenda, parrebbe aver subito l’aggressione da parte dell’imprenditore che doveva realizzare tale struttura. Ora tutta la vicenda passa nelle mani del Comune di Sorrento che secondo anche le promesse della politica, dovrebbe realizzare un’area a verde pubblica al posto del parcheggio privato. Di seguito il commento di Claudio d’Esposito
“Credo fermamente nella Giustizia e nella tutela dell’Ambiente e del Bene Comune.
A nome del WWF Terre del Tirreno ho denunciato sul nascere il taglio dell’aranceto e dei secolari ulivi, messo in atto in appena tre giorni con un blitz senza precedenti, lavorando con l’ausilio di potenti riflettori al buio e sotto la pioggia di quel fine novembre 2010. Al mio fianco l’avvocato Giò Antonetti, amico leale e coraggioso col quale ci presentammo senza preavviso al quarto piano della Procura di Torre Annunziata direttamente nell’uffico del procuratore capo Diego Marmo. L’esposto fu inoltrato anche dai VAS.
Oggi la sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine a tale assurda storia e ci da ragione su tutta la linea, chiarendo un nuovo importante principio giurisprudenziale che farà testo nelle battaglie a venire.
Resta, assieme ad una enorme stanchezza, il rammarico di constatare come ci siano voluti ben 14 (quattordici) anni e decine di udienze e ricorsi, nelle sedi penali e amministrative, per dimostrare ancora una volta di stare dalla parte della ragione.
Continueremo a seguire la vicenda finchè non vedremo ripiantati nel fondo tutti gli alberi eliminati… anzi molti di più!” – 31 luglio 2024