Da una foto di qualche decennio fa si evidenzia un luogo incantevole e incontaminato appartenente al demanio marittimo , successivamente poi stravolto dall’ opera dell’uomo e che di conseguenza rappresenta l’ennesima sconfitta per lo Stato.
Sant’Agnello – Un vero e proprio pugno allo stomaco la foto che circola in questi giorni su Facebook, una cartolina raffigurante la spiaggia della Marinella risalente agli anni ’40 che secondo l’autore della pubblicazione a prima che venisse cancellata da una tremenda mareggiata. La particolarità della foto è che non ha niente a che vedere con l’attuale stato dei luoghi: un ampio arenile da dove si accede dalla famosa grotta, uno stabilimento montato come si usava un tempo, ovvero una struttura amovibile di supporto alla balneazione (più precisamente a carattere precario e temporaneo). Un attivo conoscitore del luogo, in un sottostante commento, evidenzia che la famosa mareggiata distrusse soltanto lo stabilimento balneare mentre la spiaggia rimase intatta. E’ chiaro che la successiva opera di cementificazione da parte dell’uomo, con la realizzazione di due scogliere con la sovrastante parte cementificata e pertanto adibite esclusivamente a solarium , ha completamente stravolto un luogo incantevole e incontaminato. Dove, con il passare del tempo, è avvenuta una inspiegabile metamorfosi del suolo demaniale che ora invece di appartenere al popolo ,come prevede la norma, a tutti gli effetti è diventata una proprietà privata, dove si fa impresa, con tanto di cancello e videosorveglianza. Mentre a quel popolo fino a qualche tempo fa era era vietato anche l’uso dell’ascensore per recarsi in quel lembo di spiaggia libera ancora esistente. Ora il quesito che in molti potrebbero porsi resta: perchè, alla Marinella, così come in tanti altri incantevoli scenari che rappresentano la storia e l’evoluzione morfologica del nostro territorio, è stato permesso uno stravolgimento totale dello stato dei luoghi? Inutile addebitare la colpa esclusivamente all’imprenditore che in ogni caso e spesso in ogni modo, fa il suo mestiere, ma piuttosto e non solo nel caso specifico, chi ha permesso tutto ciò su suolo demaniale? Quando è risaputo che a tutela del Demanio Pubblico esistono leggi molto severe e che le Autorità preposte, tra Capitaneria di Porto e i vari Corpi delle Forze dell’Ordine, sia alla Marinella che altrove, avrebbero dovuto far rispettare. Purtroppo con sconcerto bisogna rilevare che in molti casi le Amministrazioni locali inspiegabilmente (o forse no) continuano a rimanere inerti e rilasciare concessioni talvolta molto discutibili, mentre allo stesso tempo si registrano evidenti ed incomprensibili sconfitte per lo Stato che non riesce a difendere quei suoli che costituzionalmente appartengono alle comunità. Ora la speranza è nell’Europa che più volte ha richiamato il nostro Paese a far rispettare le regole, ma semmai chi restituirà, almeno alle future generazioni, quelle sensazioni uniche che possono essere raccontate soltanto da luoghi affascinati come lo fu un tempo la Marinella? – 31 luglio 2024 – salvatorecaccaviello