Maggiori accertamenti per verificare in modo veloce e preciso le eventuali omissioni con l’obiettivo dichiarato di riuscire a “potenziare la tracciabilità, la tempestività e la capillarità” delle informazioni che arriveranno al Fisco. In passato sistemi simili come il “cashback” di Giuseppe Conte ebbe la sua efficacia ma fu sospeso poi dal governo Draghi
In tempi di sacrifici per tutti e in prossimità del varo della legge finanziaria il governo cerca ogni modo per incamerare denaro. L’evasione fiscale resta tuttora una grande prateria dove se si operasse in modo serio e concreto tante problematiche potrebbero avere una soluzione. Anche il governo Meloni, quello di meno tasse per tutti, è intenzionato ad andare in tale direzione. Infatti, dal piano strutturale di bilancio (Psb)approvato lo scorso 27 settembre dove viene tracciata la strada per l’imminente manovra finanziaria per il 2025, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti punta anche sulla lotta all’evasione fiscale per rimpinguare le casse dello Stato. L’intenzione è quella di potenziare i metodi di contrasto a tale atavico fenomeno con più accertamenti per verificare in modo veloce e preciso le eventuali omissioni, tanto che si torna a parlare di scontrino fiscale elettronico. Uno strumento di cui si discute da tempo, ma che non ha ancora visto la luce e che dovrebbe entrare direttamente nel database dell’Agenzia delle Entrate, allo stesso modo di quanto già succede con le fatture elettroniche emesse dalle partite Iva. Lo scopo finale è arrivare a un meccanismo per cui le informazioni degli scontrini si ricolleghino direttamente a quelle dei Pos utilizzati dai vari esercizi commerciali. Uno scontrino, insomma, che trasmette direttamente il dato all’Agenzia delle Entrate.In tal modo si potrà controllare se ad ogni pagamento effettuato con un bancomat o una carta di credito corrisponde la relativa fattura o il relativo scontrino. Allo stato attuale, invece, molto è lasciato alla buona fede di chi compila la propria dichiarazione dei redditi. Con la logica conseguenza che l’Agenzia delle Entrate non ha modo di verificare se un commerciante o un ristoratore ha contabilizzato tutti gli scontrini emessi, dichiarando tutto l’incasso. Lo scontrino elettronico risolve questa questione a monte, perché il dato viene trasmesso subito all’Agenzia delle Entrate nel cassetto fiscale del contribuente. L’obiettivo dichiarato è riuscire a “potenziare la tracciabilità, la tempestività e la capillarità” delle informazioni che arriveranno al Fisco. Nel recente passato alcuni governi, come gli esecutivi Conte e Draghi, hanno tentato di rivoluzionare determinati sistemi per arrivare ad un controllo più mirato degli scontrini. Come l’incentivare la diffusione dei pagamenti elettronici varato dal Conte 2,tramite il “cashback”. Un sistema varato nel 2020,in piena pandemia, dal premier Conte che ebbe la sua efficacia, ma successivamente sospeso dal governo Draghi. In quel caso specifico si agiva sul lato dei consumatori: in alcune circostanze era previsto un rimborso del 10% su quanto speso tramite i pagamenti elettronici, con un tetto massimo di tremila euro e la possibiltà di ottenere indietro fino a 300 euro. – 05 Ottobre 2024