Operazione a Napoli e nel frusinate. Ai domiciliari il sindaco di Ceccano e ulteriori misure per imprenditori, professionisti e funzionari comunali. L’inchiesta riguarda associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per l’aggiudicazione di appalti di lavori pubblici finanziati col Pnrr e per l’accoglienza dei migranti
Ancora sindaci nella bufera nell’ambito dell’aggiudicazione di appalti di lavori pubblici finanziati dal PNRR con ennesimo arresto di un primo cittadino e dipendenti comunali. Stavolta è toccato al sindaco di Ceccano, Roberto Caligiore, ex carabiniere in quota Fratelli d’Italia che è stato preso insieme a un altro nutrito gruppo di persone ed inviato agli arresti domiciliari. Oltre al sindaco ulteriori tredici persone tra imprenditori, professionisti e dipendenti comunali arrestati tra le province di Frosinone e Napoli. L’intera operazione è frutto di un’attività di indagine diretta dall’ufficio di Roma della Procura Europea, investigatori della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Frosinone e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine di Roma che hanno eseguito le misure cautelari personali e sequestri emessi dal Gip del Tribunale di Frosinone nei confronti di un gruppo di soggetti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per l’aggiudicazione di appalti di lavori pubblici finanziati col P.N.R.R. e per l’accoglienza dei migranti. Fra gli indagati appartenenti all’organizzazione criminale, destinatari di arresti domiciliari e di misure interdittive, fra cui il divieto di concludere contratti di collaborazione con la p.a., figurano imprenditori e professionisti delle province di Frosinone e Napoli, nonché funzionari e dipendenti del Comune di Ceccano in provincia di Frosinone. Gli investigatori della Squadra Mobile di Frosinone hanno eseguito in totale 13 misure cautelari personali e sequestri. Dieci persone sono finite ai domiciliari mentre altri tre sono state sottoposti a misure interdittive di divieto di esercizio della professione, imprese e uffici e sono accusate di aver concluso contratti di collaborazione con la pa. Insieme alle 13 misure cautelari la Polizia ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei proventi illeciti incamerati dai membri dell’associazione, per un importo di oltre 500.000 euro. L’inchiesta rappresenta uno dei primi risultati delle attività investigative coordinate dalla procura europea (Eppo) sul reato di corruzione legato a fondi Pnrr. Secondo quanto emerso dalle indagini, alcune persone esterne all’amministrazione comunale hanno potuto pilotare alcuni importanti appalti, incontrando i favori e la complicità del sindaco e di rappresentanti di quei settori comunali dove venivano gestiti i fondi destinati alla realizzazione di opere e servizi. L’associazione a delinquere è stata in grado di gestire illecitamente una serie di concessioni pubbliche e autorizzazioni e l’assegnazione di appalti pubblici per un valore accertato intorno ai 5 milioni di euro, riscuotendo l’illecita dazione di denaro attraverso un innovativo e articolato sistema di tangenti. Il denaro, riciclato attraverso un sistema di fatturazioni e bonifici verso aziende fittizie, è stato poi monetizzato e consegnato a mano ai vertici dell’associazione. Gli appalti, a cui gli indagati si sono mostrati interessati, sono finanziati con fondi del Pnrr e con fondi europei per la gestione dell’accoglienza dei migranti. Da qui la competenza in capo alla Procura Europea (Eppo), organismo indipendente dell’Unione europea incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio reati quali frodi, corruzione e riciclaggio che ledono appunto gli interessi finanziari dell’Ue. L’indagine ha interessato in particolare lavori di riqualificazione del centro storico (666.500 euro), lavori di messa in sicurezza e riduzione del rischio sismico della scuola elementare di Borgo Berardi (440.000 euro) e dei lavori di restauro Castello dei Conti (1.386.000 euro), tutti affidati con procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, nonché l’appalto per i servizi di accoglienza integrata per richiedenti asilo e rifugiati. Per questo appalto, relativo al triennio 2021-2023, la cooperativa in questione ha ottenuto la corresponsione da parte del comune di Ceccano di oltre 1.500.000 euro. Nel solo 2022 la stessa cooperativa ha effettuato in favore di una delle società riconducibili all’associazione criminale bonifici per un totale di circa 60.000 euro, per asseriti servizi di pulizie. Le risultanze investigative sono emerse dall’attività tecnica e dal laborioso lavoro di accertamenti finanziari e bancari condotti dalla Sezione indagini patrimoniali del Servizio Centrale Operativo della Polizia. – 25 ottobre 2024
Fonte Adnkronos