Una depressione isolata ad alta quota che ha generato violenti temporali che hanno scaricato quasi 500 mm di pioggia in poche ore, l’equivalente di un intero anno.
Le drammatiche alluvioni che hanno colpito in questi giorni la Spagna, nella zona di Valencia, hanno provocato fiumi d’acqua e trombe d’aria con decine di morti e dispersi. A provocarle l’evoluzione in maltempo estremo di un DANA (acronimo di Depresion Aislada en Niveles Alto, in italiano “depressione isolata nei livelli alti”), ovvero, una depressione isolata ad alta quota che ha generato violenti temporali che hanno scaricato quasi 500 mm di pioggia in poche ore, l’equivalente di un intero anno. Ad esempio Chiva, una cittadina che ospita 17.000 persone, è stata particolarmente colpita, con 491 litri di pioggia per metro quadrato. Drammatiche le immagini e i video pubblicati dagli abitanti della zona sui social, con strade trasformate in fiumi d’acqua, fango e detriti che rovesciavano automobili e camion e ponti abbattuti dalla furia dell’acqua. Secondo gli esperti, il DANA non è altro che un sistema a bassa pressione separato dalla circolazione generale dell’atmosfera che si muove indipendentemente da quest’ultima. Si forma quando una corrente a getto che procede ad alta quota da ovest verso est a velocità anche superiori a 200 km/h si increspa e forma un’ansa sempre più “strozzata” finché si stacca fisicamente dalla corrente a getto diventando indipendente e isolata. Si tratta quindi di un fenomeno simile alla “goccia fredda”, termine con cui il fenomeno è più noto soprattutto a livello giornalistico. Semplificando un po’, possiamo dire che “DANA” è un termine tecnico che descrive un fenomeno ben definito, mentre “goccia fredda” è un termine informale e meno specifico per quanto riguarda le cause e le conseguenze del fenomeno stesso. Tale bolla, scesa di quota, ha incontrato aria più calda e umida al suolo, anche per via di un Mar Mediterraneo con acque superficiali decisamente più calde della media del periodo (anche di 3-4 °C sopra la media). Il mare mite rifornisce di umidità il disturbo atmosferico, mentre l’aria calda preesistente (che rispetto all’aria fredda ha una maggiore capacità di accumulare vapore acqueo) viene perturbata da correnti fredde di origine nord atlantica. In effetti, è lo stesso disturbo atmosferico che nei giorni precedenti ha provocato maltempo in alcune Regioni italiane, principalmente Liguria, Sicilia e Sardegna. Una depressione ad alta quota analoga era stata responsabile anche del asd ciclone Daniel che devastò la Libia nel settembre 2023. Effettivamente questo fenomeno è frequente nel Mediterraneo occidentale. Sempre secondo gli esperti, l’instabilità atmosferica ha generato violenti temporali cosiddetti V-shaped. Questo nome deriva dalla caratteristica forma a V che queste strutture mostrano nelle immagini satellitari, dovuta alla particolare dinamica della confluenza tra le correnti fredde e quelle calde.
Questi temporali , in termine tecnico, sono autorigeneranti, in quanto l’aria viene “risucchiata” dalle basse quote e, salendo, si raffredda rapidamente, facendo condensare il vapore acqueo che va a rifornire continuamente di nuovo materiale la cella temporalesca man mano che l’acqua viene scaricata al suolo sotto forma di precipitazioni. I temporali V-shaped autorigeneranti che hanno colpito la Comunità Valenciana erano dunque in grado di far cadere enormi quantità di pioggia per lunghi periodi di tempo. Inoltre erano stazionari per via del blocco atmosferico del DANA: questo significa che possono manifestare la loro violenza anche per ore nella stessa zona. Che è proprio ciò che è accaduto nel sud est della Spagna. tuttavia, gli esperti sottolineano che i DANA sono eventi comuni, più frequenti nei mesi estivi o autunnali quando le correnti fredde di origine nord atlantica perturbano zone caratterizzate da alta pressione, magari in prossimità del mare ancora caldo. In questo caso l’evento è stato così violento per una serie di motivi, tra cui l’alta temperatura del mare e dell’aria e l’arrivo di correnti fredde nord atlantiche. Di fronte a tali eventi, definiti fino a poco tempo fa, “straordinari” ma che sembrano sempre più far parte della nostra quotidianità, il dibattito pubblico nel nostro Paese si è concentrato molto sulla gestione delle infrastrutture, ma un evento così drammatico come quello che ha colpito la Spagna ci ricorda che non possiamo sempre dare la colpa ai tombini o agli argini dei fiumi. Questi disastri ci dicono che c’è un problema più serio a monte, legato alla crisi climatica in corso. I dati del resto indicano che la stagione autunnale nell’area mediterranea sta assomigliando sempre più alla stagione monsonica che troviamo alle latitudini tropicali. – 31 ottobre 2024