Una strage senza fine che posiziona la nostra regione in zona arancione. Ancora una volta il settore più colpito quello delle costruzioni. Anziani e lavoratori stranieri i soggetti a forte rischio infortunio. La scala dei colori.
Una tragedia che si rinnova ogni giorno quella delle morti sul lavoro. Secondo quanto riportato dall’ Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre,i dati alla fine del terzo trimestre non lasciano molte speranze su una proiezione confortante per la fine del 2024. Perché da gennaio a settembre le vittime sul lavoro sono già 776: 15 decessi in più del 2023 (+2%)”. L’Osservatorio, illustra il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:Bianco, regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale;Giallo, regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale; Arancione, regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale;Rosso, regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale. A finire in zona rossa a fine settembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia. In zona arancione: Calabria, Molise, Campania, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo. Mentre in zona gialla: Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Toscana.In zona bianca: Veneto e Marche. Anche nei primi nove mesi dell’anno l’Osservatorio elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
L’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (199 su un totale di 567)(con incidenza di 98,0), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni, 199 su un totale di 567 con incidenza pari a 38,9. I lavoratori stranieri deceduti sul lavoro nei primi nove mesi dell’anno sono 132 su un totale di 567, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 55,6 morti ogni milione di occupati, contro i 20,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Alla fine dei primi nove mesi del 2024 è ancora il settore delle costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 106. Seguito dalle Attività Manifatturiere (71), da Trasporti e Magazzinaggio (66) e dal Commercio (39). Crescono le denunce di infortunio totali dello 0,5% rispetto a settembre 2023. Le denunce erano 430.829 a fine settembre 2023, nel 2024 sono passate a 433.002. – 07 novembre 2024