Vittima, forse di di un gioco assurdo, un diciottenne freddato con un colpo alla testa.
Dai primi rilievi sembrava una vera e propria esecuzione con un colpo alla testa. Il tragico episodio è avvenuto nel centro storico della città ed ha visto come vittima ancora una volta un giovane. Invece, con il trascorrere delle ore, la storia è cambiata, l’ennesimo ragazzo che ha perso la vita violentemente tra Napoli e provincia, il terzo in soli 17 giorni, sarebbe morto per un ‘gioco’ finito male. In serata il fermo di un suo amico e parente: sarebbe stato lui a esplodere il colpo “per errore”. Poco prima il diciottenne incensurato, era con altri due amici tra cui un suo parente. prorprio quest’ultimo era in possesso di una pistola, quando è partito un colpo che ha raggiunto il diciottenne alla testa. In particolare, forse per testare l’arma, il giovane avrebbe “scarrellato” e sarebbe stato espulso anche un proiettile, trovato a terra, sul posto. Poi è partito il colpo mortale. Inutile la corsa e il ricovero all’ospedale Vecchio Pellegrini. A raccontare questa versione è stato lo stesso giovane che ha fatto partire il colpo, che si è recato spontaneamente in questura. Il fermo riguarda i reati di porto illegale d’arma e ricettazione; il giovane è stato poi indagato per omicidio colposo. La polizia dovrà ora verificare se le cose sono andate effettivamente così, quello che però è certo è che a morire è stato un altro ragazzo, solo di qualche anno più grande del quindicenne , ucciso nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre nel corso di una sparatoria tra adolescenti nel pieno centro di Napoli.
Pochi giorni dopo, ancora di notte, tra il 1 ed il 2 novembre, questa volta in provincia, a San Sebastiano al Vesuvio, è invece scoppiata una lite per una scarpa pestata. Ancora armi, ancora spari e ancora una giovane vittima di soli diciannove anni, ucciso da un diciassettenne. La lista, dunque, si allunga e sono in tanti a chiedere un intervento del governo: sui giovani, sulle armi, su una violenza che non fa sconti a niente e nessuno.
Il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ammette che quello che fanno le istituzioni “non è sufficiente” e parla della necessità di lavorare sull’educazione: “Le forze dell’ordine sono già molto attive”, poi è importante la videosorveglianza, il controllo del territorio, dice, “ma soprattutto va fatta un’attività di sostegno forte negli ambienti dove crescono questi giovanissimi” e questo “ci deve spingere ulteriormente a lavorare , sull’inclusione sociale e sull’educazione”. – 10 novembre 2024