23 Gennaio 2025
00:26

Sorrento, via Nastro Verde e la piazzola della discordia

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Una incredibile vicenda che da qualche anno vede contrapposti un rappresentante di  associazioni ambientaliste e contro le illegalità, il Comune e l’Anas circa la proprietà di un’area confinate con la SS 145,  e portata alla ribalta da una serie di squallide diffamazioni. Nello stesso tempo, inquadra il momento di tensione che, nonostante manifestazioni ed eventi, la città in realtà sta vivendo.

Sorrento – Purtroppo anche lungo il territorio sorrentino, chi da anni, rappresentando associazioni nazionali,  si batte per il territorio e per il rispetto delle regole, non è visto bene. Pertanto soggetto a rappresaglie di ogni tipo. Dalle innumerevoli intimidazioni e finanche alle percosse subite dal presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito, alle minacce al giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Vincenzo Iurillo ed in ultimo alle calunnie e diffamazioni nei confronti di un rappresentante Vas (Verdi,Ambiente e Società) e Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”.  Proprio in merito a quest’ultimo caso, evidenziato dalla stampa locale in questi giorni, necessita fare chiarezza affinché non passi il misero tentativo di continuare ad infangare degli onesti e audaci cittadini e con essi le Associazioni rappresentate sul territorio. Una costante azione con la quale, negli ultimi decenni, si è potuto smascherare una serie di speculazioni edilizie ed enormi illegittimità a danno del nostro territorio. Tanto per citarne qualcuna, dal parcheggio in via Rota, al Vallone dei Mulini, al ristorante Don Pedro, alla Pineta Le Tore, al caso Terna in via San Renato;e inoltre, dall’occupazione abusiva del suolo pubblico e demaniale, alla vicenda del Lido San Francesco ed il recupero del vecchio percorso comunale, alle attività extra alberghiere abusive, alle aree superficiali dei parcheggi interrati, all’eliporto illegittimo in collina. agli scarichi abusivi nei nostri rivoli e all’inquinamento atmosferico, acustico e marino e tante altre situazioni che hanno contribuito a preservare , almeno in parte, un territorio dalla bellezza straordinaria.  I cui paesaggi rappresentano i pilastri portanti della nostra economia turistica e per i quali paradossalmente traggono beneficio in primis gli autori delle suddette speculazioni.

Il caso del rappresentante VAS  – Come è noto , da qualche tempo a Sorrento, è in atto una sorta di tritacarne mediatico messo in moto da diffamatori di mestiere e che vede coinvolti  assessori, consiglieri comunali, ex sindaci , imprenditori , giornalisti e semplici cittadini, incolpati per non aver preso le distanze da un funzionario comunale accusato di corruzione circa una lottizzazione abusiva  realizzata da uno di questi soggetti e che acquisita a patrimonio comunale , tra l’altro, aspetta di essere demolita da oltre dieci anni. Una situazione vergognosa, portata avanti da gente senza arte né parte che trovano nella menzogna la loro realizzazione. Contro la quale le Forze dell’Ordine e in particolar modo l’Amministrazione comunale (tirata quasi tutti i giorni in ballo), inspiegabilmente niente hanno potuto finora. Una gogna che non ha risparmiato neanche la stampa non allineata, come quella evidenziata dal rappresentante Vas (iscritto regolarmente all’Ordine dei giornalisti) che in un articolo del marzo 2022, https://www.positanonews.it/2022/03/sorrento-mr-5000-quelle-delle-associazioni-sono-tuttaltre-battaglie/3554097/dopo essere stato tirato in ballo come rappresentante di associazioni e quindi invitato a sposare determinate ”cause”, prendeva le distanze da un tale modo di fare, specificando che le battaglie delle Associazioni nazionali presenti sul territorio sorrentino erano tutt’altra cosa  rispetto a una questione personale fondata su ventilati atti di corruzione. Da allora apriti cielo! Anche il rappresentante Vas iniziò ad a essere vittima di questo gruppo di lestofanti capeggiato da un personaggio dedito alla diffamazione e con una serie di precedenti penali alle spalle, nonché condanne per aggressione. Una serie di calunnie diffamazioni nei confronti della persona e della propria famiglia, fatto passare come autore di innumerevoli abusi edilizi, di sversamenti fognari nel vicino rivolo. Non solo, conseguenti a tali ingiurie,le Forze dell’Ordine e l’Ufficio Tecnico Comunale provvedevano ad effettuare una serie di controlli presso l’abitazione del rappresentante Vas, tanto da poter dire che non un solo centimetro  sia sfuggito a tali interminabili sopralluoghi, come se l’enorme ,atavico e incontrollato  problema dell’abusivismo edilizio lungo il territorio comunale fosse rappresentato soltanto da tale proprietà.

La piazzola –  Anche con la vicenda della piazzola l’obbiettivo era quello di mettere in cattiva luce ,nei confronti della comunità e delle associazioni nazionali rappresentate, una persona onesta e perbene che da tempo si batte, insieme ad altri audaci, per il rispetto delle regole lungo il territorio sorrentino. Una serie di calunnie e diffamazioni ampiamente contestate  con innumerevoli denunce e l’apertura di conseguenti provvedimenti penali nei confronti di tali individui.

In merito alla piazzola che sembra essere diventata l’argomento del giorno da diversi mesi, sperando di non annoiare, di seguito la storia:

Il tracciamento del Nastro Verde, fu realizzato nell’anno 1959, attraversando varie proprietà  dei possidenti terrieri della collina sorrentina, tra cui anche quella dei nonni del rappresentante VAS che dovettero subire un esproprio di circa 3000 mq di terreno e di una casa colonica.  L’area della piazzola in questione non rientrava affatto in tale esproprio e più tardi fece parte della proprietà poi destinata, tramite acquisto del 1960, al genitore del rappresentante Vas. Dieci anni dopo la costruzione della strada l’Anas realizzo i muri di contenimento e le cunette. Quando tali lavori arrivarono in prossimità della proprietà del genitore del rappresentante Vas, gli fu chiesto se poteva permettere di utilizzare quella piccola parte del fondo che confinava immediatamente con la rotabile per parcheggiarvi i mezzi del cantiere e depositare momentaneamente il materiale edile. Visto i sempre buoni rapporti con  gli uomini Anas si acconsentì (grave errore). Completati i lavori ,la ditta incaricata, per sdebitarsi e in accordo con il proprietario della zonetta messa disposizione ,cementificò  la piccola area da destinare a parcheggio ad uso esclusivo  del genitore del rappresentante Vas , essendo egli il legittimo proprietario. Purtroppo in seguito i tecnici del Catasto, senza interpetrarlo, erroneamente inserirono la piazzola all’interno del foglio catastale 6 del Comune di Sorrento. Senza tenere ulterioremente conto che l’area non rientrava nell’unico e solo esproprio effettuato dal parte delle Prefettura nel 1958.  In ogni caso, successivamente fino ai giorni nostri, la piazzola è continuata ad essere in possesso  di quelli che in realtà sono sempre stati ,finanche prima del passaggio della strada, i legittimi proprietari e dal 1996  in eredità del rappresentante Vas.

Le segnalazioni e l’ingiunzione a demolire – Nel 2010 la piazzola a seguito di segnalazione ,da parte di qualche manigoldo a cui probabilmente si aveva dato “fastidio” (come il bloccare una enorme struttura adibita a ricettività e realizzata in modo illegittimo, anche con l’evidente consenso del Comune, su demanio idrico, in piena zona rossa con rischio idrogeologico  circostante molto elevato) fu oggetto di un sopralluogo ,da parte dell’UTC e dei Carabinieri. Durante il quale,  fu contestato un pergolato che sorreggeva una pianta di Kiwi,  un incannuciato di alcuni metri, un cancelletto, due metri circa di recinzione, una lastra di marmo di appena di 15x20cm con la dicitura proprietà privata e …la nicchia per l’utenza idrica. “Opere” realizzate a detta dell’UTC e dell’Anas  su suolo del Demanio dello Stato. Le stesse opere che quindici anni più tardi divennero talmente famose  e finanche riportate dai “media” in quanto rappresentavano uno dei più grandi abusi edilizi mai realizzati in penisola sorrentina. All’epoca, oltre a contrastare la proprietà Anas, con una serie di ricerche all’archivio comunale , all’Anas e al Catasto, da parte del rappresentante Vas, fu presentata una prima  richiesta di autorizzazione paesaggistica in sanatoria che fu rigettata, così come la seconda del 2024, per le anomalie relative al possesso.  Sebbene in modo evidente si potè dimostrare che in alcune vecchie mappe del territorio risalenti agli inizi degli anni sessanta non vi era assolutamente rappresentata la  piazzola. Successivamente la questione scemò, anche per il poco interesse dimostrato dall’Anas e si continuò, come in passato a tenere il possesso della piccola piazzola. Senza tenere conto, pero, che quasi quindici anni più tardi, la questione ritornava prepotentemente di attualità, a causa di innumerevoli segnalazioni da parte di quelli che possiamo definire il gruppo dei diffamatori seriali, probabilmente in combutta con il manigoldo della prima segnalazione risalente al 2010, (tutti regolarmente denunciati con procedimenti aperti al Tribunale di Torre Annunziata). Di nuovo il Comune ,evidentemente sollecitato, tirava fuori la vecchia ingiunzione a demolire e con una accelerazione insolita e senza rispettare il cronologico delle demolizioni, si prodigava in una immediata  minaccia di acquisizione a patrimonio comunale con susseguente procedura di demolizione in danno (quasi 5000 euro in più lo spostamento a proprie spese delle utenze Gori e Enel??). Senza tra l’altro indagare chi, tra il rappresentante Vas e l’Anas, fosse il legittimo proprietario dell’area e quindi responsabile degli “abusi” ivi insistenti.

La versione Anas e il titolo di proprietà – Nel frattempo l’Anas , alla richiesta di esibire un titolo di proprietà (tipo un ulteriore esproprio successivo a quello del 1958) da un lato rimandava la richiesta alla Citta Metropolitana, quale redattore del progetto e del relativo piano particellare, dall’altro un zelante suo legale tramite istanze dal tono alquanto minaccioso,  rivendicava la proprietà rifacendosi al foglio catastale 6 post 1969 ignorando che la mappa catastale  non costituisce  assolutamente elemento derimente  ai fini dell’accertamento della proprietà, come anche unanimemente affermato dalla Giurisprudenza della Corte di Cassazione. Mentre sarebbe stato opportuno concentrarsi sull’attività relativa ai dieci anni precedenti e alla ricerca di un eventuale ulteriore esproprio relativo alla piazzola che contrastasse l’unico e solo esproprio del 1958 relativo al tracciamento iniziale della strada. Indiscutibilmente dalla parte del rappresentante Vas si poteva esibire il titolo di proprietà  del genitore, ovvero l’atto di acquisto risalente al 1960, mentre asua volta l’Anas si basa su calcoli che risultano avere una base fallace come quella di prendere in considerazione la consistenza delle particelle  relative all’anno 1969 e non al decennio precedente. In ulteriore sintesi al momento di fronte ad un legittimo titolo di proprietà esibito dal rappresentante Vas, sia l’Anas che il Comune  non sono in grado di fornire alcun elemento inconfutabile che la suddetta piazzola sia proprietà del Demanio dello Stato che dovrebbe essere dimostrato quanto meno daun ulteriore esproprio post  1958 che secondo una serie di ricerche non è stato rinvenuto negli archivi della citta metropolitana (ex Provincia) nè in Prefettura.  In ogni caso, in base ad ulteriori elementi,  prossimamente sarà l’Autorità Giudiziaria, sollecitata a chiarire definitivamente la questione. Nel frattempo, lo scorso 3 dicembre, l’Ufficio Tecnico Comunale , con a seguito una “ troupe giornalistica ”composta dai soliti diffamatori seriali montava tutta una sceneggiata per un sopralluogo sulla piazzola per definire i termini dell’abbattimento di un tale importante abuso edilizio convocando , oltre la Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato, Anas, Enel e Gori. Una moltitudine di uomini e mezzi che si sono soffermati più di un’ora all’ingresso dell’abitazione del rappresentante Vas, manco fosse in corso una grave emergenza. Un inspiegabile episodio che poi in serata fu diffuso anche da una televisione regionale. Anche tale serie di eventi sono stati sottoposti all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria competente. Intanto, come imposto, si è provveduto al ripristino con lo smontaggio della struttura e con la certezza di realizzarla poi più bella di prima. (to be continued) – 14 dicembre 2024 – salvatorecaccaviello

 

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