22 Gennaio 2025
23:11

Napoli e Provincia, dopo i botti di Capodanno crolla la qualità dell’aria

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Secondo l’Arpac, il picco c’è stato subito dopo la mezzanotte del 31 dicembre, quando sono esplosi migliaia di botti in aria, anche a potenziale elevato. Valori confermati fino al giorno 2 gennaio. In varie località l’aria è  diventata irrespirabile con  qualità pessima con livelli Pm10 sforati del 500%. L’esposizione prolungata  anche a bassi livelli di PM10 e PM2,5 è associata all’aumento di disturbi respiratori e malattie ai polmoni molto gravi.

Napoli –  La innumerevole quantità di botti esplosi nella notte di Capodanno hanno condizionato di molto e in maniera negativa la qualità dell’aria, sia nel capoluogo che in tutta la provincia. L’effetto maggiore è stato la presenza di notevoli quantità di polveri sottili che associate alla scarsa ventilazione delle ore successive hanno determinato un crollo della qualità dell’aria con conseguenti ricadute circa la respirazione in quella parte della popolazione più a rischio. Le  polveri sottili ,Pm 2,5 e Pm 10, generate dai botti, complice anche l’alta pressione in tutta l’area della città metropolitana hanno provocato un’aria stagnante e pericolosa per l’organismo umano. L’Arpac, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania, nella giornata di giovedì 2 gennaio 2025 ha diffuso il bollettino della qualità dell’aria e la mappa del giorno precedente con il quale vengono confermati gli sforamenti dei limiti giornalieri per le polveri sottili. Come diffuso da vari organi di informazione, in diverse stazioni di rilevamento sia nel capoluogo che in provincia i valori registrati hanno superato le soglie di sicurezza. Secondo il bollettino diffuso da parte dell’Arpac: il picco c’è stato subito dopo la mezzanotte del 31 dicembre, quando sono esplosi migliaia di botti in aria, anche a potenziale elevato. Napoli, lo ricordiamo, al contrario di altre città d’Italia e come qualche comune costiero, compreso Sorrento,  non ha vietato i botti di Capodanno che, come è noto, rappresentano una tradizione fortemente radicata nel tessuto sociale,con la conseguenza che subito dopo la mezzanotte, in varie località l’aria è  diventata irrespirabile con  qualità pessima, livelli Pm10 sforati del 500%.
L’Arpac ,già da diversi anni sta mostrando il nesso di casualità tra i festeggiamenti di Capodanno e l’incremento dei valori di Pm 10 nell’aria, con livelli che in diverse occasioni portano a superare il limite giornaliero fissato a 50 microgrammi per metro cubo che per legge non dovrebbe essere superato per più di 35 giorni nel corso di un anno solare. Non solo, tali dati sono stati confermati anche nella giornata del 2 gennaio, dove in  diverse stazioni del capoluogo e della provincia, i valori registrati continuavano a superare frequentemente le soglie di sicurezza. L’esposizione prolungata  anche a bassi livelli di PM10 e PM2,5 è associata all’aumento di disturbi respiratori come tosse e catarro, asma, diminuzione della capacità polmonare, riduzione della funzionalità respiratoria e bronchite cronica insieme ad effetti sul sistema cardiovascolare. Secondo quanto diffuso dalla Fondazione Veronesi, le polveri sottili causano un’infiammazione cronica dei polmoni, favoriscono la fibrosi polmonare (una condizione in cui il normale tessuto polmonare è sostituito tessuto cicatriziale che interferisce con il corretto funzionamento di questi organi) e la broncopneomopatia cronica ostruttiva (BPCO). Inoltre le polveri sottili possono interagire con gli allergeni respiratori scatenando l’asma allergica nei soggetti predisposti. Lo stato infiammatorio generato dal particolato può poi diffondersi a distretti corporei diversi da quello respiratorio. L’esposizione prolungata alle polveri sottili è stata collegata a diversi problemi cardiaci e alla mortalità cardiovascolare. Infine inutile nasconderlo, le polveri sottili aumentano il rischio di cancro. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito l’inquinamento atmosferico nell’elenco degli agenti cancerogeni (Gruppo 1, cancerogeni certi). Sono numerosi gli studi che hanno dimostrato che l’esposizione a PM10 e PM2,5 si associa a un rischio più elevato di sviluppare un tumore al polmone. Certamente non si può dare tutta la colpa ai botti di Capodanno se determinate patologie sono largamente incrementare negli ultimi decenni, però,come dimostrato da tanti sindaci nel vietarli , oltre a lanciare un segnale di civiltà, proprio in determinati giorni come quello dell’inizio anno, potrebbe far riflettere su tante promesse in maggior parte non mantenute, circa la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute dei propri cittadini. – 04 gennaio 2025

 

 

 

 

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