22 Gennaio 2025
16:53

Falsi tumori per ritocarre il seno a spese dello Stato, condannati anche in Appello tre medici

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I tre professionisti, protagonisti di uno scandalo scoppiato nel 2016, sono stati condannati a 1 anno e 10 mesi di reclusione. La decisione tuttavia modifica la condanna di primo grado, che era stata di 3 anni e 6 mesi, e dichiara estinti alcuni capi d’imputazione per prescrizione. Sotto accusa rimane lo scarso monitoraggio nelle strutture sanitarie pubbliche

Una vicenda che, risalente al 2016, ha visto coinvolti tre medici messinesi accusati di truffa ai danni dello Stato, è giunta ad una  nuova svolta con la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d’Appello di Messina. Nel processo di primo grado, il Tribunale Collegiale di Messina aveva condannato i tre medici a 3 anni e 6 mesi di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Era stato inoltre disposto il risarcimento del danno al Policlinico universitario di Messina e all’unica paziente costituitasi parte civile. La sentenza di Appello,modifica quella di primo grado con condanne  a 1 anno e 10 mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena e revoca delle pene accessorie,alcuni capi d’imputazione sono stati dichiarati prescritti, mentre per i reati ancora contestati è stata ridotta la pena detentiva. Le accuse di truffa si sono fondate su testimonianze e verifiche che hanno evidenziato l’esistenza di una condotta sistematica mirata a sfruttare le risorse pubbliche per fini non strettamente legati alla cura oncologica, ma più vicini alla chirurgia estetica. Gli imputati, arrestati nel giugno 2016, erano finiti agli arresti domiciliari. Secondo le indagini, i medici avrebbero diagnosticato falsi tumori o la necessità di sostituire protesi mammarie già impiantate, eseguendo interventi che, anziché avvenire in cliniche private, venivano effettuati presso strutture pubbliche, con un conseguente aggravio dei costi a carico del sistema sanitario nazionale. A destare particolare allarme è stata la facilità con cui venivano effettuati interventi demolitori per poi ricostruire il seno delle pazienti con criteri estetici. Molti di questi interventi, però, non garantivano risultati soddisfacenti e spesso richiedevano ulteriori operazioni.Il caso ha suscitato profonda indignazione, mettendo in luce falle nel controllo delle pratiche mediche e l’abuso delle risorse pubbliche. La facilità con cui venivano effettuati interventi radicali, talvolta con esiti insoddisfacenti, ha sollevato interrogativi sull’etica professionale e sulla necessità di un maggiore monitoraggio nelle strutture sanitarie pubbliche. – 12 gennaio 2024

Fonte MessinaToday

 

 

 

 

 

 

 

 

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