2 Febbraio 2025
09:57

Terra dei fuochi, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia

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La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia, per il rischio “sufficientemente grave, reale e accertabile” per la vita degli abitanti nella Terra dei fuochi (circa tre milioni, nell’area a Nord di Napoli e sud di Caserta) , che viene definito “imminente”. Ancora, la Corte ritiene che “non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell’affrontare la situazione della Terra dei Fuochi”. Sottolineano come i progressi nel valutare l’impatto dell’inquinamento sono stati lenti, quando invece occorreva velocità. E indicano come lo Stato non sia stato in grado di dimostrare di aver preso tutte azioni penali necessarie per combattere lo smaltimento illegale di rifiuti.

Data l’ampiezza, la complessità e la gravità della situazione – scrive la Corte – era necessaria una strategia di comunicazione completa e accessibile, per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi. Questo non è stato fatto. Anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato”.

La sentenza  riguarda i ricorsi di 41 individui e 5 associazioni. La Cedu ha deciso di accettare in parte le obiezioni del governo e ha rigettato i ricorsi delle associazioni e di numerosi individui: secondo i giudici le associazioni non sono “direttamente interessate” da presunte violazioni derivanti da un pericolo per la salute dovuto all’esposizione al fenomeno dell’inquinamento, e che mancano della legittimazione ad agire per conto dei loro membri. Per quanto attiene invece agli individui, per alcuni non ci sono prove sufficienti che loro i parenti vivessero in aree interessate dal fenomeno dell’inquinamento.

Quante calunnie abbiamo dovuto subire, quante minacce, quante derisioni, quante offese, quante illazioni… – fa sapere don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, che a lungo s’è battuto contro sversamenti illegali e roghi tossici – “I negazionisti, ignavi, collusi, corrotti, ci infangavano… Siamo andati avanti. Convinti. Vedevamo con i nostri occhi lo scempio delle nostre terre e delle nostre vite dopo questa sentenza, “un ricordo commosso va ai nostri morti di cancro. Ai miei fratelli Giovanni e Francuccio. A mia cognata Giuseppina e a mio nipote Severino. Ai tanti, tanti bambini che il cancro ha dilaniato”-. E “un ricordo particolare per il compianto magistrato Federico Bisceglia”.

Ci aspettiamo una sentenza di condanna per lo Stato italiano – l’avvocato Valentina Centonze, che ha istruito e perseguito il caso Terra dei fuochi sollevato da comitati civici -. Consideriamo d’aver provato senza ombra di dubbio che sul caso Terra dei fuochi ci sia stata una reiterata violazione dei diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo”. Il caso – è andata avanti – si riferisce allo scarico, al sotterramento e all’incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, nell’area della Campania nota come Terra dei Fuochi, che “hanno provocato nella popolazione un grosso aumento dei casi di cancro nell’area interessata, roghi di rifiuti tossici e inquinamento delle acque sotterrane”. – 31 gennaio 2025

Fonte Avvenire
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