Tale è la spesa che secondo le previsioni, sarebbe necessaria per realizzare nel prossimo triennio un insieme di opere pubbliche destinate a ridisegnare il volto della città. Nel frattempo tante criticità che investono il quotidiano e la vivibilità del cittadino continuano a rimanere irrisolte.
Tra le opere da avviare entro il 2025, e attenzionate anche dalle associazioni ambientaliste, figura il parco agricolo archeologico della Regina Giovanna. Operazione da 4 milioni e 200mila euro per il recupero e la valorizzazione del sito di circa 56mila metri quadrati acquisito nel 2003 dal Comune dalle mani dei padri Gesuiti e degli immobili che ci sono all’interno. Mentre altri 3 milioni e 400mila euro sono destinati alla riqualificazione e messa in sicurezza di via De Maio, la strada che collega piazza Tasso a Marina Piccola. Stessa cifra , secondo progetto, dovrebbe essere necessaria per il consolidamento e la messa in sicurezza del costone tufaceo del Vallone dei Mulini, con il ripristino dell’antico percorso pedonale sottostante via Fuorimura . Una cifra ritenuta esorbitante da parte delle associazioni ambientaliste e contro le illegalità che già a suo tempo,hanno presentato delle osservazioni. Proprio il Vallone dei Mulini, secondo anche quanto promesso in campagna elettorale, attende delle risposte concrete circa il destino della vecchia struttura del Mulino, dopo il sequestro del cantiere e la successiva vicenda giudiziaria. Secondo gli esperti l’intero vallone, che nel frattempo in modo pericoloso continua a franare, necessiterbbe di un intervento totale ai costoni in quanto l’intero sito è considerato Zona Rossa , ovvero ad altro rischio da dissesto idrogeologico. Tuttavia, una cosa è certa, la somma destinata al solo costone di via Fuorimura è ritenuta eccessiva. Altre risorse, pari a 3 milioni e 750mila euro nell’arco del triennio 2025-2027, sono destinate per la manutenzione di via Capo; mentre un milione e 500mila euro per la completa riqualificazione della pineta Le Tore; 5 milioni di euro per la riqualificazione del Corso Italia ,tra piazza Tasso e il rione Marano; un milione e 400mila euro sono destinati al recupero degli antichi cisternoni romani, mentre un milione e 250mila euro serviranno per ridisegnare l’incrocio tra via Capo, via degli Aranci e corso Italia; 8 milioni e 700mila euro per la manuetenzione del cimitero. Mentre, 11 milioni e mezzo per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della falesie della costa per 11 milioni e mezzo. Al momento, per il prossimo triennio, tali sono i progetti in cantiere che dovrebbero essere realizzati. Il condizionale, come la storia recente della nostra città insegna,purtroppo è d’obbligo. Anche in passato i cittadini hanno dovuto “subire” una serie di promesse chè poi si sono concretizzate solo in minima parte. Non solo, nel fiume di milioni che anche stavolta è stato messo in evidenza, mancano delle risposte importanti. Oltre al destino del Vallone dei Mulini, circa il quale l’amministrazione continua a non esporsi, nessuna risposta tuttora viene data circa il parco che dovrebbe prendere il posto dell’attuale cantiere abbandonato di via Rota e che secondo le aspettative dovrebbe essere intitolato al compianto Giovanni Antonetti; una risposta concreta al rischio idrogeologico e l’incanalmento delle acque con una manutenzione capillare dei nostri rivoli, affinchè non si verifichi di nuovo il totale allagamento del centro città, come avvenuto nei mesi scorsi. Nè tanto meno viene stilato un piano circa la viabilità e i trasporti, sia al centro città che lungo il territorio che tuttavia non può fare a meno del contributo essenziale degli altri comuni peninsulari. Nello stesso tempo frazioni collinari come Priora continuano a risultare totalmente abbandonate. A tale proposito non può bastare la sola ristrutturazione della scuola Gugliucci, a Priora necessitano, come avviene in altre frazioni, strutture importanti e indispensabili, come una ampliamento della piazzetta parrocchiale, aree di parcheggio, il completamento dell’impianto di illuminazione sul Nastro Verde, senza dimenticare la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista del disseto idrogeologico. Nessuna risposta nel frattempo circa la vivibilità del cittadino residente, come aree verdi, come il recupero di quelle sovrastanti ai parcheggi interrati, come tra l’altro prevede la legge (L.R. 19/2001). Allo stesso tempo, nessuna risposta per contrastare le varie forme di inquinamento che ormai caratterizzano il centro città (quartieri come Marano risultano ormai invivibili); l’occupazione perenne del suolo pubblico e demaniale.; spiagge libere e attrezzate per i cittadini. Mentre un capitolo a parte meriterebbe lo stato disastroso in cui versa la sanità che per una città esposta livello mondiale come Sorrento rappresenta una vera e propia vergogna. Insomma tante problematiche ancora irrisolte e circa le quali già, secondo quanto promesso , si doveva dare, una seppur minima risposta. – 11 febbraio 2025