L’angolo della storia, Napoli il colera del 1884

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di Raffaele Iaccarino

Dal 1835 fino al 1893 l’Italia fu invaso dal colera , l’infenzione si propagò da Nord a Sud dell’Italia . A Napoli si propagò nel 1884 (la Città era già stata infettata nel 1836/37) si verificò di nuovo con conseguenze drammatiche . In tale occasione si registrarono  circa 7mila vittime . L’infezione  si  contraeva attraverso acqua o alimenti contaminati . Nal 1884 , Napoli era la più popolosa città del Regno d’Italia , una popolazione di circa 500.000 abitanti . A quel tempo la città non era attrezzata igienicamente. .A causa della fase di rinnovamento urbano in corso , molte erano le famiglie costrette a vivere in piccoli spazi , l’igiene non era per niente conosciuta. Di fronte a tale epidemia molti furono i tumulti sedati dalle forze dell’ordine. Non pochi furono i personaggi della cultura che accusarono il governo di scarsa attenzione alla popolazione , anzi spesso peggiorando la loro esistenza di cittadini. L’emergenza, tuttavia,  diventò lo spunto per sollevare la questione socio/politica che portò al risanamento della Città, con lo sventramento di tutti gli antichi quartieri. La Galleria Umberto, ad esempio, fu costruita da privati espropriando tutti i palazzi dell’antico Rione Santa Brigida, creduto come il punto d’origine del morbo. In primis fu la scrittrice Matilde Serao che attraverso il romanzo il ‘‘il ventre di Napoli” descrive la miseria che caratterizzava la realtà della città  disprezzando coloro che avevano reso la città un cantiere per ricostruire ma lasciando e trascurando le problematiche della povera gente. La Serao è anche ricordata come fondatrice del quotidiano il ”Mattino” nel 1892. Quotidiano che  ancora oggi ha il primato di copie vendute nel  Sud Italia . L’abbattimento di edifici causò l’intervento per il risanamento urbano , portando via parte della storia di Napoli . Certamente una perdita irreparabile, stabili che raccontavano il passato non esistevano più . Questo fu riportato da Gaetano Miranda , nella sua opera”Napoli che muore” lancia un grido di dolore per la distruzione di tanti luoghi caratteristici della città. Nonostante siano passati molti  anni da questi episodi di infezioni ,  molte zone della provincia di Napoli e territori della Campania  sono  trascurati  dall’uomo , appezzamenti  di  di terre abbandonate , cumuli di  rifiuti lungo le strade , spesso incendiate creando smog velenosi ,per la popolazione  e  le piante . Oggi più che mai, oltre alla questione ambientale, anche dal punto di vista sanitario  proteggere il territorio è dovere di ogni cittadino.

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