Monte Faito, dopo la tragedia, un patrimonio naturale a rischio isolamento

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Se da un lato è giusto fare chiarezza e individuare le responsabilità, dall’altro serve anche una visione chiara per il futuro. Non si può permettere che una tragedia si trasformi poi in un lento abbandono.

Il Monte Faito, uno dei luoghi più amati tra la zona stabiese e la costiera sorrentina, oggi vive un momento difficile. Dopo il tragico incidente della funivia, che ha sconvolto tutti, il futuro della montagna è pieno di dubbi. Quello che fino a poco fa era un punto fermo per il turismo locale, con oltre 100mila visitatori all’anno, rischia ora di diventare un simbolo di abbandono.

La funivia, oltre che affascinante, era anche una via di collegamento fondamentale: in soli otto minuti portava da Castellammare alla cima del Faito. Ora che è ferma — e lo sarà probabilmente per anni tra indagini, lavori e messa in sicurezza — l’unico modo per arrivare in vetta è passando da Vico Equense. Ma per gli stabiesi questo vuol dire un’ora abbondante di macchina, per raggiungere un posto che da sempre sentono come casa.

A peggiorare la situazione c’è anche la strada da Castellammare, chiusa da tempo. Se riaperta, dimezzerebbe i tempi di percorrenza, ma tra frane, burocrazia e mancanza di fondi, la riattivazione sembra lontana.

Chi sta pagando il prezzo più alto senz’altro le numerose attività ricettive del Faito che da anni tengono viva la montagna. Ora, con una stagione turistica alle porte e poche certezze, il timore è che dopo la tragedia crollino le presenze e pertanto si prevede un periodo molto duro per coloro che hanno investito sulle bellezze che soltanto un luogo unico come il Faito può offrire.

Il Faito non è solo un bel posto da visitare, la montagna rappresenta un luogo simbolico, pieno di storia e natura, amato da famiglie, sportivi ed escursionisti. Ma tutta questa bellezza rischia di restare fuori portata troppo a lungo. E se da un lato è giusto dare priorità alla sicurezza, dall’altro serve una visione chiara per il futuro. Perché non possiamo permettere che una tragedia si trasformi in un lento abbandono.

Ora tocca alle istituzioni: Regione, Comuni, enti locali. Serve un piano concreto, subito, per ridare vita e centralità al Faito. Perché qui non parliamo solo di turismo, ma di un pezzo importante dell’identità del territorio. 20 aprile 2025

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