Sorrento e il Nastro Verde: buche pericolose e manutenzione dimenticata

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Segnalazioni ignorate, asfalto danneggiato e manutenzione assente: lungo la SS145 cosi come su altre importanti strade della penisola sorrentina, torna a farsi sentire il problema della viabilità trascurata.

Sorrento -Nel cuore della costiera sorrentina, lungo la Strada Statale 145 – il cosiddetto “Nastro Verde” – si susseguono continue segnalazioni riguardo allo stato del manto stradale. In particolare, nel tratto che costeggia il Grand Hotel Vesuvio, un rettilineo spesso percorso ad alta velocità da auto e moto, si registrano da tempo buche profonde e pericolose, che mettono a rischio la sicurezza di chi transita. Come in altri casi, le varie segnalazioni da parte di cittadini e associazioni sono costanti, ma purtroppo non trovano riscontro in interventi concreti. A oggi, solo la buona sorte ha evitato che in quel punto si verificassero incidenti gravi.  Purtroppo anche disgrazie che sempre più spesso si rivelano essere delle vere e proprie tragedie, come successo ieri  pomeriggio lungo la Meta-Amalfi, dove ancora una volta è stata spezzata una giovane vita, sembrano non insegnare molto anche sotto tale profilo.

In un contesto come quello della costiera, dove il turismo genera un traffico continuo e congestionato, la cura e il monitoraggio delle principali vie di collegamento – come la SS145 e la SS163 amalfitana (senza trascurare la Sp7 Sorrento-Massalubrense) dovrebbero essere una priorità assoluta in particolar modo da parte delle autorità preposte , in primis l’Anas. In quanto dal punto di vista tecnico, le buche e le crepe nell’asfalto rappresentano una minaccia concreta per la sicurezza stradale. Possono causare sbandamenti, cadute (soprattutto per moto e scooter) e danni ai veicoli. Inoltre, se trascurate, si aggravano rapidamente: l’acqua piovana penetra nelle crepe, erode i materiali sottostanti e peggiora il dissesto con il passare del tempo. La manutenzione preventiva – ovvero intervenire prima che il danno peggiori – è meno costosa e molto più efficace della riparazione post-incidente. Ma questa logica sembra ancora lontana dall’essere adottata in modo sistemico da chi di dovere. A peggiorare la situazione, si aggiunge il fenomeno del moltiplicarsi di accessi carrabili, parcheggi improvvisati e varchi realizzati nei punti più disparati, come nei pressi di strutture ricettive spesso anch’esse frutto di evidenti speculazioni edilizie ignorate da anni. In molti casi, questi accessi , spesso in prossimità oppure in piena curva. non risultano regolari o autorizzati, e creano punti di immissione o uscita pericolosi lungo arterie dove la velocità sostenuta è frequente.

Anche in questo ambito si nota una carenza di controlli e verifiche, sia da parte dell’ANAS sia da parte dei Comuni interessati.

Presenza simbolica o reale impegno? –

Talvolta si assiste a interventi pubblici orientati più a “mostrare” un controllo – con inutili passaggi  a lampeggianti accesi – che a risolvere problemi reali. Contemporaneamente, si investono tempo e risorse in attività secondarie o su questioni amministrative di dubbia priorità con potenziali risarcimenti danno, mentre l’asfalto si degrada e le cunette rimangono ostruite. Un approccio che denuncia una mancanza di visione e un uso inefficiente delle risorse, dove l’urgenza viene spesso confusa con la visibilità.

Quanto evidenziato lungo la carreggiata del Nastro Verde è solo uno dei tanti segnali che indicano la necessità di una manutenzione più puntuale, costante e organizzata. In una zona a forte vocazione turistica, la sicurezza stradale è un tema che non può più essere ignorato o affidato alla buona sorte. La cura delle strade non è solo un fatto tecnico, ma una responsabilità pubblica, che richiede coordinamento tra enti, ascolto delle segnalazioni e una pianificazione seria degli interventi. Aspettare l’ennesimo incidente per agire non può essere la regola. – 22 Aprile 2025

 

 

 

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