Circumvesuviana, fumo e paura sul treno per Napoli: il collasso silenzioso del trasporto pubblico

Facebook
WhatsApp
Telegram
X
Threads
LinkedIn

Una scena che, in un paese con un trasporto pubblico moderno e in territorio pubblicizzato a livello mondiale, dovrebbe rappresentare l’eccezione. In Campania, invece, è sintomo di una normalità malata.

Sorrento – Ancora una volta, la Circumvesuviana torna al centro delle cronache non per un esempio di efficienza, ma per un episodio che mette a nudo le fragilità di un intero sistema. Nella mattinata di ieri, un treno EAV partito da Sorrento e diretto a Napoli si è fermato improvvisamente alla stazione di Castellammare di Stabia a causa di un’avaria, sprigionando una densa nube di fumo bianco che ha generato panico tra pendolari e turisti. Una scena che, in un paese con un trasporto pubblico moderno e in territorio pubblicizzato a livello mondiale, dovrebbe rappresentare l’eccezione. In Campania, invece, è sintomo di una normalità malata.

Il pronto intervento dei vigili del fuoco – già presenti per l’inchiesta sul recente e tragico crollo della funivia del Faito – ha evitato il peggio. Nessun ferito, nessun incendio. Ma resta la paura, il disagio, l’ennesimo stop alla circolazione, con la linea bloccata per oltre un’ora e ritardi a catena su tutta la tratta.

La prima ipotesi parla di un blocco ai freni, un problema tecnico su uno dei treni più “moderni” della flotta EAV. E questo è forse l’aspetto più preoccupante: se persino i convogli di nuova generazione manifestano simili guasti, cosa ci si può aspettare dal resto della flotta, notoriamente vecchia, mal gestita e spesso sovraffollata?

Non si tratta di un incidente isolato, ma dell’ennesimo campanello d’allarme. Una Circumvesuviana sempre più in affanno, con una reputazione logorata da anni di disservizi, ritardi cronici, manutenzione insufficiente e una percezione di insicurezza ormai radicata tra i passeggeri abituali. E a rendere ancora più cupa l’atmosfera c’è l’ombra lunga della tragedia del 17 aprile scorso, quando Carmine Parlato perse la vita nel crollo della funivia del Faito. Un evento che ha scosso nel profondo il personale EAV, e che solleva interrogativi pesanti anche sulla sicurezza interna e sull’adeguatezza della manutenzione dei sistemi di trasporto gestiti dalla holding regionale.

Il punto è semplice: il trasporto pubblico non può più permettersi di vivere di emergenze. Serve un cambio di passo vero, strutturale. Investimenti, sì, ma anche trasparenza nella gestione, formazione del personale, controlli rigorosi e costanti. Non si può continuare a lasciare che ogni guasto diventi un potenziale disastro, che ogni corsa sia una roulette russa per chi, spesso senza alternative, si affida quotidianamente a questi treni.

L’episodio di oggi, per fortuna, non ha avuto conseguenze gravi. Ma è l’ennesimo sintomo di una crisi sistemica che le istituzioni regionali non possono più ignorare. Perché dietro ogni nube di fumo, ogni sosta forzata, ogni evacuazione d’emergenza, c’è una collettività che perde fiducia, tempo e sicurezza. E non è più accettabile.- 29 aprile 2025

Facebook
WhatsApp
Telegram
X
Threads
LinkedIn
Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

Accessibility Toolbar

0
Would love your thoughts, please comment.x