Continua imperterrita la protesta delle comunità contro l’inquinamento elettromagnetico procurato dalle antenne di telefonia mobile, i cui limiti di emissione da qualche giorno sono stati innalzati a 15V/metro. Diverse tuttavia le prese di posizione da parte delle amministrazioni comunali.
Sorrento – Monta sempre più la protesta delle comunità contro l’installazione delle antenne di telefonia mobile, soprattutto in un’epoca in cui non è dato sapere quanto siano preoccupanti se non pericolose le nuove tecnologie in ambito delle telecomunicazioni. Se da una parte gli enormi progressi degli ultimi tempi consentono maggiore capacità di trasmissione, velocità di connessione nonché più stabilità e sicurezza delle comunicazioni, dall’altra forte è il timore se non l’inquietudine da parte dei cittadini che si vedono installate, talvolta, davanti al proprio uscio di casa grosse antenne di telefonia mobile. Oltre all’impatto ambientale con ricadute circa il valore dei propri immobili, in mancanza di una corretta e frequente informazione, molta è la preoccupazione nel pubblico circa possibili rischi per la salute. Di recente anche in Penisola sorrentina dal caso di via Santa Maria del Toro alle vari antenne in procinto di essere installate a Piano di Sorrento, i cittadini si sono riuniti in comitati spontanei con raccolte firme per sollecitare le amministrazioni comunali a varare se non migliorare i regolamenti comunali e pertanto con l’intendo di contrastare i grandi colossi delle telecomunicazioni. Se a Sorrento il Comune ha mostrato una certa vicinanza ai cittadini coinvolti, con la promessa, in attesa di un regolamento comunale, di rivedere l’autorizzazione cercando, in collaborazione con la compagnia telefonica, una alternativa al sito già programmato, a Piano di Sorrento i cittadini si sono schierati in modo compatto contro la installazione delle antenne nel centro della città. Preoccupazioni oltremodo aumentate dopo il varo, da parte del governo Meloni, del decreto concorrenza con il quale si prevede un aumento dei limiti di emissione elettromagnetica a 15 V/m. Ciò consente ai gestori di modificare le proprie reti e di adeguarle a questi standard. Il tempo massimo per l’adeguamento ai parametri del 5G innovativi sarà di 120 giorni a partire dal 29 aprile data dell’entrata in vigore della legge. Tuttavia in entrambi i casi non è stata rilevata un’azione concreta , da parte delle amministrazioni comunali, contro quella che al momento per i cittadini rappresenta una forte preoccupazione inerente la emissione elettromagnetica che d’ora innanzi sarà ulteriormente aumentata per adeguarsi al 5G. Timori circa la salute dei residenti che al momento non definitivamente scongiurati dagli addetti ai lavori, pertanto i dubbi restano e non si hanno ancora delle prove evidenti della presunta innocuità del 5G per la salute nel medio e nel lungo periodo. – Situazione totalmente diversa si registra in altre parti d’italia , come la Riviera Ligure dove i sindaci con provvedimenti immediati e concreti si sono schierati a fianco dei cittadini. A Lavagna , il sindaco Gian Alberto Mangiante, ha emesso una ordinanza con la quale vieta su tutto il territorio comunale “qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti pari a 6 V/m e che nessuna ragione tecnica, tecnologica o economica potrà giustificare un aumento di tale limite con rischio per la salute della popolazione”. Stessa situazione si registra a Santa Margherita Ligure , dove il sindaco Paolo Donadoni ha firmato una analoga ordinanza contro il 5G su tutto il territorio comunale, che innalzerebbe il campo elettromagnetico dai 6 ai 15 V/m. Il sindaco, in un post su Facebook ,ha cosi giustificato la sua iniziativa: “Nessuna ragione economica può compromettere la salute della popolazione”. Una protesta che ha coinvolto ulteriori comuni come Rapallo, dove il sindaco Carlo Bagnasco ha emesso un’ordinanza che: “vieta qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti, pari a 6 V/m”; mentre, a Sestri Levante il Consiglio comunale ha votato favorevolmente alla pratica presentata dal sindaco Solinas; stessa ordinanza anche a Cogorno, con il sindaco Gino Garibaldi, e a Pieve Ligure, dove il sindaco Paola Negro ha ribadito: “Un innalzamento dell’attuale limite dei 6 V/m, in ottica di ragionevolezza, prudenzialità e sostenibilità dovrebbe essere necessariamente determinato sempre e soltanto in base a robuste scelte ed evidenze di tipo medico-scientifiche, e non già mai in base a scelte politico-economiche, tecnologiche o comunque altrimenti opportunistiche, in funzione cioè di interessi diversi da quello primario della tutela della salute dei cittadini”. Penisola Sorrentina/Riviera Ligure, inutile evidenziarlo, due prese di posizione diverse, che stanno a significare come di fronte ad un qualsiasi forma di pericolo per le proprie comunità, non vi sia alcun ostacolo di ordine economico o politico ,che possa giustificare eventuali inerzie. – 10 maggio 2024 – salvatorecaccaviello