24 Novembre 2024
17:52

Caso Genova,dura la presa di posizione di Gianluigi Aponte

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In un articolo di MilanoFinanza, l’armatore: “Ne ho abbastanza di questi intrallazzi”, dice al telefono all’ex presidente dell’autorità portuale, “questo è un ladrocinio, è veramente mafia… è uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti”

Quanto riportato nell’articolo di MilanoFinanza a firma di Vincenzo Piccolo circa l’inchiesta relativa allo scambio di favori nel porto di Genova che ha portato alla custodia cautelare a carico del governatore Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli, e alla custodia cautelare in carcere l’ex presidente dell’autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini, per l’ipotesi di corruzione, sta a dimostrare, semmai ce ne fosse stato bisogno, l’onesta, l’integrità e il rispetto delle regole e delle istituzioni da parte del patron della MSC. Visto anche i forti interessi della compagnia ginevrina nel capoluogo ligure. Anche sotto tale aspetto, ancora una volta un orgoglio per la Penisola sorrentina  – Di seguito l’articolo di Vincenzo Piccolo

 

A Genova è Gianluigi Aponte contro tutti: dalle carte dell’inchiesta su Toti gli scontri del patron di Msc con Spinelli sul porto

Nuove rivelazioni sullo scambio di favori nel porto ligure nelle intercettazioni citate nell’ordinanza che ha portato alla custodia cautelare a carico di Toti, Signorini e Spinelli. L’armatore: «Ne ho abbastanza di questi intrallazzi», dice al telefono all’ex presidente dell’autorità portuale, «questo è un ladrocinio, è veramente mafia… è uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti» |

Dalle 654 pagine dell’ordinanza firmata dalla giudice per le indagini preliminari di Genova Paola Faggioni, che ha portato martedì agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli, e alla custodia cautelare in carcere l’ex presidente dell’autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini per l’ipotesi di corruzione, emerge tra le tante vicende anche la rottura tra Gianluigi Aponte – patron di Msc, non indagato – e Aldo Spinelli, che insieme detenevano il controllo della Terminal Rinfuse Genova srl.

L’accordo e poi la rottura

La storia della rottura tra i due importanti operatori portuali risale al 2021 sul rinnovo della concessione per la gestione dello scalo portuale Rinfuse, per la quale Spinelli aveva spinto l’autorità (di cui allora Signorini era a capo) a concedere una proroga trentennale. In ballo c’è la delibera della proroga: il testo viene analizzato dai due imprenditori: a fare gli interessi di Aponte è l’avvocato Alfonso Lavarello, che riferisce a Signorini di come l’amatore stesse iniziando a considerare Spinelli «poco credibile».

Questo porta l’avvocato di Aponte a spingere con membri dell’autorità affinché la concessione venisse blindata con una clausola di destinazione, «finalizzata a consentire all’Adsp di revocare la concessione in caso di mutamenti nella destinazione d’uso del terminal».
Anche il comitato di gestione dell’autorità esprimeva «forti perplessità sulla legittimità» di una proroga trentennale. Tra questi il consigliere Giorgio Carozzi, che riteneva che la clausola servisse solo a far crescere il valore economico del «gruppo Spinelli», che aveva in corso trattative per vendere parte del pacchetto di controllo (come poi avvenuto, specifica il gip).

Aponte – che a fine marzo ha acquistato il quotidiano cittadino Il Secolo XIX dal gruppo Gedi ( Exor) – avrebbe avuto in mente di destinare l’area a stoccaggio containers. Questo portava, si legge sempre nell’ordinanza, i due «a concepire ed a portare a compimento un progetto di separazione tra i due gruppi imprenditoriali» che comprendeva anche la conseguente ripartizione delle aree portuali.

Meno di quattro mesi dopo la delibera, nel marzo 2022, Spinelli incontra Signorini in un bar genovese per parlare del desiderio di realizzare una «separazione consensuale». Al gruppo Msc sarebbero andati calata Giaccone e ponte Rubattino, così da consentirgli l’ampliamento del Terminal Bettolo, e all’impresa di Spinelli le aree di ponte San Giorgio e calata Concenter. La conseguenza sarebbe stata quella di portare «a morire» entro il 2026 Terminal Rinfuse per diventare Terminal Container.

La disputa sull’ex-Enel

Ma la disputa più feroce tra i due armatori che emerge dalle carte riguarda l’ex-Enel, area del Carbonile. Lo sfogo del patron di Msc arriva in una telefonata a Signorini e riguarda la decisione dell’autorità portuale di estendere gli spazi nel porto in favore del rivale Spinelli: «Qua vengo a sapere che praticamente la sua organizzazione ha deciso di dare ulteriori 14.000 mq a Spinelli», si lamenta Aponte, «gliene ha già dati 30.000 e insomma se gli volete dare tutto il Porto di Genova, noi stiamo a guardare ma insomma, la cosa incomincia a diventare un po’ indecente», continua Aponte, minacciando – scrive il gip – possibili azioni nei confronti dell’authority. «Ne ho abbastanza di queste ingiustizie e di questi intrallazzi genovesi che tendono a dare tutto a Spinelli». E ancora: «Guai se date questo spazio a Spinelli, succede la fine del mondo». E più avanti, ancora, sempre rivolto a Signorini: «Questo è un ladrocinio, è veramente mafia… è uno schifo, e tutta la sua organizzazione sotto di lei sono dei corrotti». MF – Numero 091 pag. 5 del 09/05/2024 – 10 maggio 2024

 

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