21 Novembre 2024
21:54

Operazione anticaporalato in Campania, in 6 arrestati.

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Una sessantina di operai, pagati meno di 2 euro l’ora e sottoposti a condizioni di lavoro e di vita degradanti, è quanto stato accertatato dai Carabinieri del Comando per la tutela del lavoro, nelle provincie di Napoli e Caserta, sei persone arrestate. Le indagini dei carabinieri, condotte in collaborazione con i vari reparti territoriali, sono statecoordinate dalla procura di napoli nord, diretta dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone.

Nelle scorse ore una operazione anticapolarato, condotta dai Carabinieri del Comando per la tutela del lavoro, ha interessato diverse località delle province di Napoli e di Caserta.
Le indagini hanno restituito uno scenario agghiacciante: i braccianti, pagati meno di 2 euro l’ora, erano costretti a lavorare da un minimo di 11 ore fino ad un massimo di 16; venivano condotti sul luogo di lavoro su mezzi fatiscenti, dove i sedili erano sostituiti da cassette di plastica rovesciate e vivevano in locali fatiscenti, senza servizi igienici. Quando pioveva non potevano interrompere la raccolta e si coprivano con delle buste di plastica.  Le indagini dei carabinieri, condotte in collaborazione con i vari reparti territoriali, sono statecoordinate dalla procura di napoli nord, diretta dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone. Gli indagati, tre arresti in carcere e tre ai domiciliari con l’obbligo di presentazione alla Pg, sono tutti accusati del reato di intermediazione illecito e sfruttamento del lavoro in agricoltura, in concorso. Le misure cautelari sono state eseguite, in provincia di Caserta, nel Comune di Villa Literno, e in quella di Napoli nei comuni di Casalnuovo di Napoli e Pollena Trocchia. Un provvediemnto è stato poi notificato ad un indagato già rinchiuso nel carcere di Secondigliano.Una indagine  del Comando tutela del lavoro che risale all’inizio dell’anno scorso e che si è svolta, nelle fasi ispettive, con la collaborazione dell’Ispettorato nazionale del lavoro e dei mediatori culturali dell’Oim. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero “reclutato e impiegato in condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno, oltre sessanta lavoratori extracomunitari”, quasi tutti indiani, “nella maggior parte dei casi privi di permesso di soggiorno”. I braccianti sfruttati, oltre alla retribuzione del tutto “sproporzionata rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato”, dovevano subire “reiterate violazioni – affermano gli inquirenti – della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, alla salute, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro” ed erano “costretti a sopportare condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza e situazioni alloggiative degradanti, venendo minacciati, in alcuni casi anche di morte, e fatti oggetto di soprusi”. I carabinieri hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 200 mila euro nei confronti di un’azienda agricola facente capo a due degli indagati. Sequestrati pur i mezzi utilzzati per il trasporto dei braccianti.  – 21 giugno 2024

Fonte Ansa
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