Sancito un patto tra politica e camorra per le elezioni del 2020.In manette il primo cittadino, eletto con i voti dei clan,insieme ad altre due persone
Franco Carillo, che aveva fatto anche candidare la sorella, invece, avrebbe ricoperto il ruolo di ufficiale di collegamento tra la politica e il boss Rosario Giugliano, all’epoca dei fatti appena scarcerato, e anche di garante degli accordi presi assicurando con la vittoria delle elezioni al primo turno una quota degli appalti alla camorra e assunzioni nelle ditte a cui sarebbero andati, tra cui quelli per la metanizzazione, la ristrutturazione e gestione del cimitero.
Più volte, secondo quanto documentato dai carabinieri, Carillo ha incontrato il boss (che era in regime di libertà vigilata), per il giudice e la Dda “fungendo da emissario per conto del sindaco Falanga e del vice Belcuore”.
Anche Belcuore, secondo i carabinieri, venne eletto in quella tornata elettorale grazie alla camorra e ottenne la carica di vice sindaco con delega ai lavori pubblici e al cimitero facendo anche in modo di far confluire alcuni appalti alla ditta di famiglia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il boss Rosario Giugliano (che in questa inchiesta è indagato), controparte nell’accordo politico-mafioso, avrebbe esercitato la sua influenza criminale per orientare le elezioni alla coalizione creata da Carillo mettendo fuori gioco i candidati che potevano disperdere voti o compromettere il risultato concordato della tornata elettorale in cambio di quanto pattuito: l’affidamento di lavori e servizi pubblici e assunzioni. Il sindaco Falanga vinse al primo turno la tornata amministrativa del settembre 2020 alla guida di una coalizione di centrodestra, ottenendo il 57,93% dei consensi contro il 42,07 del candidato di centrosinistra, il dem Giuseppe Annunziata.Poggiomarino, comune dell’agro nocerino-sarnese, conta poco meno di 22mila abitanti. A dispetto delle sue moderate dimensioni territoriali e di popolazione, è ritenuto da sempre preda di organizzazioni camorristiche locali e non è nuovo al fenomeno di scambi politico-mafiosi. Il Comune è stato sciolto per condizionamenti della criminalità organizzata già due volte, nel 1991 e nel 1999. Sul territorio di Poggiomarino sono censite due organizzazioni di stampo camorristico, rette rispettivamente da Antonio Giugliano, detto “o savariello”, costituente un’articolazione del più potente clan Fabbrocino, e l’altra più recente creata da Rosario Giugliano, detto “o minorenne”, solo omonimo del collaboratore di giustizia. – 21 ottobre 2024
Fonte Ansa