Un provvedimento approvato in accordo con la Commissione Ue che da oltre quindici anni chiedeva di conformare alla direttiva Bolkestein la liberalizzazione dei servizi, ma che ora vede lo scontento da parte degli operatori che confidavano nella promessa, da parte del governo, di essere esclusi dalle gare. I Comuni hanno tempo fino al 2027 per concludere le procedure selettive. Entro novembre la norma al Senato per il voto definitivo.
Senz’altro una svolta epocale per in futuro delle spiagge italiane,il provvedimento approvato,in questi giorni alla Camera dei Deputati con 193 voti favorevoli e 106 contrari. Ovvero il Decreto Infrazioni, all’interno del quale sono previste una serie di norme per disciplinare le gare delle concessioni balneari. Il testo, licenziato lo scorso settembre dal Consiglio dei Ministri, ha ottenuto il voto di fiducia e passerà in seconda lettura al Senato, dove dovrà essere approvato entro il 16 novembre. Un provvedimento che l’Unione europea chiedeva da quindici anni di conformare alla direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi. Un decreto che è stato approvato proprio in accordo con la Commissione Ue, ma inutile rimarcare che ha scontentato la categoria dei balneari che confidavano nella promessa di essere esclusi dalle gare, come più volte ripetuta dalla premier Meloni quando era all’opposizione. Una sorta di tradimento per gli operatori del settore, da parte delle forze politiche dell’attuale maggioranza, da sempre al loro fianco. Il decreto non prevede nemmeno il riconoscimento degli indennizzi equivalenti al valore aziendale delle imprese, come chiesto dalle associazioni di categoria, in quanto respinto da Bruxelles, poichè ritenuto un vantaggio improprio ai concessionari uscenti. Su tale punto il decreto prevede che i nuovi gestori debbano riconoscere ai titolari uscenti un corrispettivo economico pari agli investimenti non ammortizzati e all’«equa remunerazione» degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. In ogni caso, i criteri precisi per il calcolo degli indennizzi, che dovranno essere redatti da tecnici iscritti all’ordine dei commercialisti, saranno stabiliti da un successivo decreto attuativo da approvare entro il 30 marzo 2025. Inoltre, la norma ha abrogato il tavolo tecnico che era stato istituito per la mappatura delle concessioni dallo stesso governo Meloni, costretto a fare dietrofront dalla Commissione Ue sul suo progetto di escludere gli stabilimenti balneari dalla Bolkestein in caso di non scarsità della risorsa.
Le uniche modifiche rispetto al testo originario del provvedimento riguardano l’esclusione dalla Bolkestein per le associazioni sportive dilettantistiche che gestiscono le spiagge. La norma riguarda le realtà che svolgono queste attività in via «stabile e principale», iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, che perseguono esclusivamente finalità sociali e ricreative, e a condizione che non usino il demanio marittimo per attività economiche. L’unica altra modifica approvata nel corso dell’esame in commissione è quella che consente ai concessionari di lasciare installati i manufatti amovibili fino all’aggiudicazione della gara, anche fuori stagione. Inoltre, il Decreto Infrazioni consente ai Comuni di concludere le gare delle concessioni entro il 30 giugno 2027, . Nonostante non si tratti di un rinnovo generalizzato, la misura è comunque a rischio di bocciatura da parte dei tribunali, in quanto la Corte di Giustizia Europea ha più volte ribadito l’illegittimità delle proroghe automatiche sulle concessioni. La differenza in questo caso è che la proroga non è imposta a livello nazionale, bensì è lasciata alla discrezione dei singoli Comuni, che ora si trovano nella difficile posizione di decidere tra la possibilità di prendersi più tempo oppure espletare subito le gare. Tuttavia a condizionare determinate iniziative potrebbe esserci anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che nei mesi scorsi ha diffidato tutti i Comuni che non hanno concluso le gare entro il 31 dicembre 2023, come aveva imposto il Consiglio di Stato – 02 novembre 2024
Fonte, mondobalneare.com
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